Enrico Santilli: differenze tra le versioni

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ES: Ti voglio raccontare una storia: io facevo parte di un pool di radio locali che seguivano le squadre di serie A, conobbi all’epoca Carlo Zampa, che ancora non commentava le partite della Roma nella maniera che lo ha reso celebre. Gli feci sentire le mie radiocronache... non so se lui si sia ispirato a me, ma da questo punto di vista lui conosceva il mio modo di commentare le partite. Per il resto non saprei allora erano altri tempi, c’era meno televisione.</blockquote>
ES: Ti voglio raccontare una storia: io facevo parte di un pool di radio locali che seguivano le squadre di serie A, conobbi all’epoca Carlo Zampa, che ancora non commentava le partite della Roma nella maniera che lo ha reso celebre. Gli feci sentire le mie radiocronache... non so se lui si sia ispirato a me, ma da questo punto di vista lui conosceva il mio modo di commentare le partite. Per il resto non saprei allora erano altri tempi, c’era meno televisione.</blockquote>


Erano davvero altri tempi. Enrico Santilli è stato radiocronista dal 1978 al 2003, la sua ultima partita è stata Wolfsburg-Perugia finale di Coppa Intertoto. Il massimo trionfo del Grifo e anche il suo canto del cigno. Da quel momento in poi, in sette anni abbiamo assistito al declino dei colori biancorossi. Considerando questa statistica possiamo constatare come l’era santilliana sia coincisa con la nobiltà (il record di imbattibilità) una miseria che è arrivata fino alla C2, tanti anni di C1 ma soprattutto la B con Galeone e la A di Castagner e Cosmi. A quei tempi era davvero piacevole andare allo stadio, il Curi traboccava di persone, i radiocronisti, i telecronisti erano semplicemente spontanei. Erano davvero momenti migliori, soprattutto se penso alla prepotenza delle pay tv, alla paura che incutono le misure contro il tifo violento, alla falsità dei commentatori sportivi costretti a strillare come forsennati.
Erano davvero altri tempi. Enrico Santilli è stato radiocronista dal 1978 al 2003, la sua ultima partita è stata Wolfsburg-Perugia finale di Coppa Intertoto. Il massimo trionfo del Grifo e anche il suo canto del cigno. Da quel momento in poi, in sette anni abbiamo assistito al declino dei colori biancorossi. Considerando questa statistica possiamo constatare come l’era santilliana sia coincisa con la nobiltà (il record di imbattibilità), una miseria che è arrivata fino alla C2, tanti anni di C1 ma soprattutto la B con Galeone e la A di Castagner e Cosmi. A quei tempi era davvero piacevole andare allo stadio, il Curi traboccava di persone, i radiocronisti, i telecronisti erano semplicemente spontanei. Erano davvero momenti migliori, soprattutto pensando alla prepotenza delle pay tv, alla paura che incutono le misure contro il tifo organizzato, alla falsità dei commentatori sportivi costretti a strillare come forsennati.
Due domeniche fa guardando Novantesimo Minuto ho provato pena per quei giornalisti sportivi ai quali è stato imposto di commentare le partite in differita come se fossero in diretta. La puzza di falsità bucava lo schermo. La vera umanità di Santilli allora invadeva l’aria e per questo lo ha reso una leggenda. Almeno da sto punto de vista (l’intercalare santilliano preferito)
Due domeniche fa guardando Novantesimo Minuto ho provato pena per quei giornalisti sportivi ai quali è stato imposto di commentare le partite in differita come se fossero in diretta. La puzza di falsità bucava lo schermo.  
 
La vera umanità di Santilli allora invadeva l’aria e per questo lo ha reso una leggenda. Almeno da sto punto de vista (l’intercalare santilliano preferito).